A cura di Carmela Di Maro
“Mediterraneo, luce e mito” non è una mera mostra d’arte contemporanea, bensì una parabola antiretorica e disincantata sulla terra danzata dagli uomini, ispirata all’abisso di una proteiforme iconicità culturale e ideologica, qual è la smania che spira dalle viscere del Mare Nostrum, e condotta in superficie dall’organo flessibile della luce, in quanto proprietà sostanziale e ideale di ricezione della materia, per la quale la creazione artistica può farsi misura dell’incarnazione attraverso la forma e, al contempo, magmatica scarnificazione di un suo comportamento; è quest’ultima ad animare il repertorio artistico di Ciro D’Alessio che, in veste di un novello Dioniso, concepisce il disvelamento della bellezza come una questione di “cupio dissolvi” nella sensazione, di ritmico piacere evocato dall’impressione tonale in covalenze mobili e atmosferiche, nella quale il conformismo della linearità e l’algebra dello spazio non riescono a sostenere l’estensione del suo autentico slancio, vero al possibile di una suggestione. Eppure, come suggerito dalla conduzione “psicagogica” della forma, tutta apollinea in quel suo meccanico trasporto dell’anima, dell’arte toreutica di Dario Gargiulo, l’alchimia delle dinamiche elementari, delle primigenie forze ctonie e celesti, pretende la sua interpretazione simbolica, nonostante il ristagno della luminescenza sia il medesimo di cui l’uomo è sacro artefice e mondano consumatore. Plasmare la materia incolta, ancora occulta all’esperienza, ricrearne la “gioia” materica di fantasia è la ludica potenza del simbolo, la sua ragion d’essere un setaccio del fondale. Così, la dimensione eterotopica del reale sposa il suo mito, il più grande mistero, quello sempre vetusto e sempre attuale: il riconoscimento dell’identità della prassi dell’arte in quella del vivere, ingannando le diavolerie dell’uniformitarismo, restituendo l’irriducibilità di ciò che il cuore ha provato all’umanità che lo ha concepito.
Cenni biografici, Carmela Di Maro: Nata il 31 agosto 1995 a Napoli. Si diploma in ambito umanistico con il massimo dei voti e presso il medesimo Liceo riceve una borsa di studio con Attestato di Merito. Studia presso l’Università Federico II di Napoli “Archeologia e Storia delle Arti”; nel corso degli studi universitari è più volte assegnataria di borse di studio per merito scolastico. Consegue certificazioni presso l’Università Carlo III di Madrid (“Pittura Europea dal secolo XV al secolo XVIII”), presso l’Università Harvard (“Archeologia e storia dell’arte egiziana”) e l’università Federico II di Napoli (“Progettista di parchi, borghi e cammini”; “certificato di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro”). Assegnataria di premi letterari (Premio Internazionale Alda Merini 2019; Premio Internazionale Dante Alighieri 2021, Accademia dei Bronzi di Catanzaro). Nel 2019 ha curato l’esposizione “Colore Arma Impropria”, presso “Palazzo Venezia” a Napoli.
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